La salsa assassina

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Gianni Farinetti

“…Perché la colpa è solo mia, pensa la vecchia cuoca di casa Gaurienti soffiandosi rumorosamente il naso, mia e del mio maledetto bagnet vert.  Gli piaceva tanto al me Cesare e invece con tutto quel peperoncino me lo ha ucciso.”

Davvero la vecchia cuoca ha ucciso Cesare Gaurienti, il suo Cesare, sia pure inconsapevolmente? Ma procediamo con ordine.

Cesare Gaurienti è il capostipite dispotico e indiscusso di una famiglia alto borghese nonché capo incontrastato di una solidissima impresa edile i cui lauti profitti consentono da decenni a tutta la tribù di vivere nel lusso, con signorile noncuranza e naturale bon ton, tra la grassa e lenta provincia torinese e il mondo scintillante di casinò, piacevoli Boulevard, famosi ristoranti e splendide ville languidamente distese tra Nizza e Cap Ferrat.

Tra le vicende amorose di uno sceneggiatore e di un laureando in storia dell’arte, di una bella ragazza lacerata tra un marito distratto e un amante molto attento, di una signora che accetta con rassegnata nonchalance la convivenza, sotto il tetto coniugale, del marito con la cognata e di una cognata che con rassegnata disperazione convive con un amante che non divorzierà mai dalla moglie, la trama narra di un sanguinoso enigma tra Natale e Capodanno.

La morte di una vedova piemontese, abbastanza ricca da perdere con insistita abitudine al casinò, misteriosamente precipitata dal balcone di un lussuoso appartamento in Costa azzurra, apparirà infatti collegata da antichi e inestricabili legami alla morte successivo del Cesare, misteriosamente vittima di un banale incidente d’auto. Il tutto condito da una sordida storia di tangenti che ruota intorno a una lussuosa clinica.

Non mancano, in questo delizioso affresco di una certa provincia italiana, “madamazze” piemontesi presenzialiste ma esitanti, aristocratici dall’elegante omosessualità accettata dalla famiglia con sorridente condiscendenza, irresoluti travet, domestici fedelissimi ma anche no, intrattabili musicologi dal palato difficile e, appunto, gustose ricette di cucina.

L’assassino, come nelle migliori tradizioni giallistiche è il maggiordomo. O quasi!

Gianni Farinetti, “Un delitto fatto in casa” (Marsilio, 1996)

Per leggere anche la ricetta, vai alla pagina

 

 

 

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