
Il caffè alla turca come si preparava già nel ’500
Il libro
“Il mio nome è rosso”, di Orhan Pamuk, Feltrinelli editore, traduzione di M. Bertolini e S. Gezgin.
La trama
“Il mio nome è rosso” di Orhan Pamuk è un giallo sui generis, nel senso che c’è il morto e c’è l’omicida, ma è anche e soprattutto un romanzo storico. La vicenda, raccontata di volta in volta in prima persona da uno dei personaggi, si svolge nell’ambiente dei miniaturisti della Turchia musulmana del tardo ‘500.
Il morto è uno degli artisti che lavoravano nei laboratori del sultano ottomano Murad III (1574-1595) ed è lui che, dal fondo del pozzo in cui giace ormai cadavere, la testa rotta, inizia la narrazione. L’espediente narrativo, accattivante ma vagamente claustrofobico, vede alternarsi personaggi memorabili che compongono la trama, compreso il colore rosso (da cui il titolo) elemento essenziale dell’arte della miniatura.
Fa da sfondo alla trama – che come un puzzle si compone nella mente del lettore man mano che i personaggi raccontano il loro pezzo di verità – il confronto tra la tradizione artistica ottomana, pervasa di fanatismo religioso, e la scuola veneziana, emblematica del permissivismo dell’occidente cristiano.
L’epilogo è lasciato alla giovane e bellissima vedova Şeküre che trasmette la storia al proprio figlio Orhan che poi la metterà per iscritto.
Romanzo impegnativo e bellissimo.
La ricetta: caffè alla turca
L’origine del caffè turco risale probabilmente al ‘500, che è periodo in cui è ambientato il romanzo di Pamuk. Si consuma in tutto il Medio Oriente.
Si prepara nel cezve, un tipico bricco di rame e ottone con un lungo manico. Per ottenere un perfetto caffè alla turca è necessario procurarsi del caffè macinato molto fine. La tradizione prevede di utilizzare un macinino di ottone, così da ottenere una polvere impalpabile come lo zucchero a velo. Si beve, in piccole e basse tazzine, quando la polvere è completamente depositata.
Si prepara in questo modo :
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versare la dose d’acqua nel cezve (circa 50 millilitri a tazza)
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aggiungere zucchero a piacere, a seconda del grado di dolcezza desiderato, e mescolare per farlo sciogliere
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portare a ebollizione, poi togliere il cezve dal fuoco e aggiungere un cucchiaino di caffè a persona più uno
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il caffè va poi fatto bollire per due volte consecutive, avendo cura, tra un’ebollizione e l’altra, di togliere il cezve dal fuoco,eliminando la schiuma che si forma e mescolando bene
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prima di servire il caffè, aggiungere un cucchiaio di acqua fredda per accelerare il deposito di polvere di caffè sul fondo e versarlo poi in tazza senza filtrarlo.