
Alzi la mano chi, raggiunto inopinatamente da una fragranza di pane appena sfornato, non ha rievocato la felicità calda di una delle più buone merende dell’infanzia: pane, olio e origano (chi la mano l’ha alzata ha almeno cinquant’anni, è ovvio).
Vedi anche: Ancora un elogio della frugalità, frittata alle erbe
Il libro
“Il signor Mani” di Abraham B. Yehoshua – Einaudi (traduzione di Gaio Sciloni)
La trama
Il romanzo di Yehoshua racconta, con un insolito espediente narrativo, la saga di una famiglia ebrea che si dipana a ritroso del tempo, fino a sette generazioni di “Mani”, errando in luoghi eterogenei quali Libano, Creta, Polonia, Istanbul, Atene e infine Gerusalemme, al centro del mondo.
Lo scrittore mette in scena cinque dialoghi di cui riporta le parole del solo protagonista, omettendo le risposte dell’interlocutore che sono lasciate all’immaginazione del lettore.
Ne risulta una lettura difficile e vagamente claustrofobica ma avvincente in cui dal giovane Efraim, soldato israeliano di stanza in Libano nei primi anni Ottanta fino al patriarca Abraham, vissuto nell’Atene di metà Ottocento, le voci dialoganti dispiegano il dramma e il mistero di un popolo alle prese con l’utopia della pace.
Per lettori esigenti (e gastronomi accomodanti).
Le ricette: pane con l’olio – pani cunzatu
Pane con l’olio
- pane con l’olio