Avete mai desiderato di leggere un libro interminabile? Di tuffarvi dentro la sua trama, i suoi personaggi, gli ambienti e i paesaggi e di non uscirne più? Ecco, “Il ragazzo giusto” è il libro dei vostri sogni: 1600 pagine, scritte pure in caratteri piccoli; ma talmente avvincenti da farvi guardare alle pagine ancora da leggere con la stessa apprensione con cui si contano certi giorni di vacanza che sembrano scorrere troppo in fretta. Per quanto lungo, però, per leggere il romanzo non impiegherete certo quanto Vikram Seth per scriverlo: quasi dieci anni!
Il libro
“Il ragazzo giusto” di Vikram Seth, Tea editore (traduzione di Lidia Perria)
La trama
Il romanzo si apre con il matrimonio di Savita, che si sposa con un ragazzo scelto dalla madre. In questa occasione la madre dichiara che anche la sorella minore, Lata, sposerà il ragazzo “giusto” scelto per lei in un matrimonio combinato, nonostante la volontà della ragazza di decidere da sola per la propria vita.
Dunque il tema del romanzo è quello dei matrimoni combinati, propri della tradizione indiana.
Il libro, tuttavia, non contiene alcuna denuncia di questa tradizione, né esprime giudizi. La stessa madre, apprensiva, impicciona e dominatrice al pari di molte madri italiane, risulta persino simpatica nella sua disperata ricerca del ragazzo giusto per Lata.
Intorno al tema si affaccendano quattro famiglie indiane, tutte appartenenti alla società bene dell’India degli anni cinquanta: i Mehra, di cui fanno parte Lata e la madre, i Kapoor, i Khan e i Chatterji (all’inizio del libro è inserita una provvidenziale mappa delle famiglie e dei loro numerosi membri).
Gli avvenimenti narrati si succedono nell’India post-indipendenza e sono ambientati in villaggio immaginario, Brahmpur, che sembra rappresentare lo specchio di un paese in profonda trasformazione.
La dettagliata descrizione di usi, costumi e tradizioni gastronomiche tipiche dell’India dell’epoca, insieme alla rappresentazione di maestose scenografie come il Pul Mela (letteralmente Festa del Ponte, una tradizionale festa religiosa che prevede la partecipazione di migliaia di persone) rendono il romanzo un vero concentrato di storia e cultura indiana.
Alla fine del monumentale romanzo, Lata troverà il “ragazzo giusto”? Forse.
Le polpettine di agnello e legumi, chiamate shami kabab (o kebab), sono un classico della cucina indiana. Normalmente sono confezionate con carne di agnello, ma possono anche essere preparate con macinato di manzo (lo fanno così in Pakistan). I ceci possono essere sostituiti con le lenticchie. Per alleggerire il piatto si può evitare la rosolatura nel ghee, il burro chiarificato tipico della cucina indiana, e optare per una cottura in forno a 180°C su una placca foderata con carta forno. In questo caso è però opportuno ungere leggermente le polpette in superficie e girarle non appena avranno formato la crosticina.
Si servono calde come secondo piatto, preferibilmente accompagnate con un chutney di mango o di tamarindo (vedi ricetta).
Le polpettine indiane sono anche un ottimo antipasto da servire in una cena informale.
La sera precedente alla preparazione della ricetta sciacquate sotto l’acqua corrente i ceci secchi e metteteli in ammollo in acqua fredda con il bicarbonato; coprite con un telo da cucina e lasciate in ammollo per 8-12 ore.
L’indomani scolate e sciacquate i ceci quindi cuoceteli in abbondante acqua salata insieme alla cannella spezzettata, lo spicchio di aglio in camicia, i chiodi di garofano, la cipolla tagliata in due, il cardamomo sia verde sia nero e un pezzo di peperoncino. Una volta cotti scolate i ceci e lasciateli freddare su un telo da cucina pulito. Strofinate energicamente di tanto in tanto per eliminare quante più bucce possibile.
In una padella antiaderente scaldate a fuoco basso un cucchiaio di olio di semi e cuocete la carne di agnello insaporendola con il garam masala e un pizzico di sale fino.
Una volta che avrà iniziato a rosolare aggiungete i ceci e la cannella cotti in precedenza. Mescolate e portate a cottura la carne. Raccogliete tutto il una ciotola capiente e lasciate raffreddare a temperatura ambiente.
Eliminate la cannella e macinate carne e ceci con un tritacarne; proseguite aggiungendo gli altri ingredienti fino a esaurimento. Trasferite il composto in una ciotola, regolate se necessario di sale e aggiungete un uovo intero; impastate con le mani, formate delle palline di grandezza omogenea e schiacciatele delicatamente.
Scaldate in una padella antiaderente il burro chiarificato e, una volta caldo, rosolate le polpette a fiamma vivace fino a quando non si formerà una crosticina superficiale dorata e croccante. Scolate e asciugate su carta assorbente da cucina.
2. Chutney di mango
Il chutney è una salsa densa e piccante, tipica dell’India, che accompagna riso o carne. Il chutney può essere preparato con moltissimi altri ingredienti: cocco, cetriolo, carote, tamarindo, ecc. Qui vi proponiamo quella al mango.
Ingredienti
un mango maturo
¼ di cipolla
due cm di zenzero
uno spicchio d’aglio
due cucchiai di zucchero
un pizzico di semi di senape
30 ml di aceto di mele
peperoncino in polvere q.b.
½ cucchiaino scarso di curcuma
½ cucchiaino scarso di cardamomo
Preparazione
Sbucciate il mango e tagliatelo a cubetti, poi mettetelo in una ciotola, copritelo e lasciatelo in frigo per almeno 3 ore.
Tritate la cipolla, lo zenzero e l’aglio.
In un pentolino sciogliete lo zucchero con l’aceto. Quando arriveranno a ebollizione, unite il mango, con tutta l’acqua che ha rilasciato, gli aromi tritati, i semi di senape, il peperoncino, la curcuma e il cardamomo.
Aggiungete un po’ d’acqua fino a ricoprire il mango e cuocete a fiamma bassa per un’ora, girando di tanto in tanto.
Quando il liquido è quasi completamente evaporato e ridotto a uno sciroppo, spegnete il fuoco e mettete il chutney di mango in un vasetto.
Lasciatelo raffreddare del tutto e conservatelo in frigorifero fino al momento di utilizzarlo.
[2] Il garam masala è una mistura di spezie tipica della cucina indiana e pakistana: il significato del nome è spezia calda, bollente, anche nel senso di piccante (o meglio, molto pungente).
Viene preparato tostando, macinando e miscelando alcune spezie tra cui la cannella, i semi di cumino, il coriandolo, i baccelli di cardamomo, i chiodi di garofano, i grani di pepe nero e la curcuma, ma ne esistono molte varianti, sia tradizionali che commerciali o casalinghe.
Il garam masala può venire usato durante la cottura, ma è preferibile che venga aggiunto al termine della cottura, in modo che l’aroma non sia disperso.
[3] Il ghee (o “ghi”) è una tipologia di burro chiarificato originaria dell’Asia Meridionale e comunemente utilizzato in Paesi come India, Bangladesh, Nepal, Sri Lanka e Pakistan, sia in cucina che a scopo terapeutico. Questo tipo di burro viene completamente privato dell’acqua e della componente proteica, oltre che del lattosio.