Quando l’anatra finisce a tavola!

“Andate affanculo, schiavisti! Sono settant’anni che faccio lo sfigato!” Così grida Anatrino (alias Paperino) prima di spennare vivo l’odiatissino Zio Anatrone (alias Zio Paperone).

Parliamo di un libro, naturalmente. Ma andiamo con ordine. “Anatra all’arancia meccanica” del collettivo Wu Ming (Einaudi Editore) è una manciata di racconti infilzati come le anatre della Tasmania di Flynn (che è un personaggio del racconto “In like Flinn”) a formare una collana surreale e irriverente, grondante di caustica ironia e a tratti di grassa comicità.

I cinque di Wu Ming, maneggiando con disinvoltura un gergo greve insieme a immagini splatter di sconcertante brutalità, dimostrano, come già Henry Miller nel capolavoro pornografico “Opus pistorum”, che è possibile fare letteratura “alta” utilizzando gli scarti della cucina letteraria.

La raccolta trae il titolo dal racconto lungo “Canard à l’orange mécanique”, esilarante e ultraviolenta dissacrazione del mondo zuccheroso di Disney dove finalmente l’odiosissimo Zio Anatrone, alias Zio Paperone, è spennato vivo da un incazzatissimo Anatrino, alter ego di Paperino, che al grido di “andate affanculo, schiavisti! Sono settant’anni che faccio lo sfigato!” manifesta la propria raggiunta autoconsapevolezza, in un’orgia di violenza urbana.

La ricetta consigliata con il libro è l’anatra all’arancia (se volete sembrare sofisticati ditelo alla francese  “canard all’orange“, anche se la ricetta originale è toscana!) (clicca qui per la ricetta).

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